venerdì , 29 Marzo 2024

Teatro Sannazzaro

Il Teatro Sannazaro è tra gli spazi dedicati allo spettacolo più belli di quelli della città di Napoli. Ha storia antica e nobile ed avendo ospitato prestigiose Compagnie, autori, attori famosissimi, è legato alla grande tradizione del teatro napoletano. Un’attività praticamente ininterrotta che, fin dalla seconda metà del secolo scorso, e grazie all’impegno dell’attore e impresario Nino Veglia e di sua moglie, la celebre attrice Luisa Conte, lo ha reso palcoscenico di riferimento per un’attività legata alla grande tradizione del teatro napoletano. Una tradizione che, alla scomparsa dell’attrice e capocomica, è stata ereditata, portata avanti e sviluppata dalla sua nipote Lara Sansone che ne ha fatto un Teatro di riferimento per il teatro di tradizione napoletano sempre però dando spazio a quanto di nuovo quella importantissima e nobile tradizione produce oggi.

Per comprendere l’importanza “strategica” di tale ruolo, per avere chiara la logica destinazione di attività imprenditoriale e culturale del Teatro Sannazaro, sarà opportuno ripercorrere brevemente le tappe principali della storia di questo teatro che il 26 dicembre del 1847 fu inaugurato, con gran pompa, e alla presenza di tutta l’aristocrazia napoletana, da don Giulio Mastrilli, duca di Marigliano, che lo aveva fortemente voluto e pagato.

Il Sannazaro accresceva magnificamente il già importante patrimonio teatrale della città che vedeva in funzione altri spazi, tra cui il Mercadante, il Fiorentini, il Politeama, il Teatro Nuovo, il Teatro delle Varietà, la Fenice, il Rossini, il Goldoni, la Partenope, capaci di ospitare i grandi nomi del teatro italiano di quel tempo.

Il progetto architettonico era stato affidato a Fausto Niccolini, la direzione dei lavori era stata assunta dagli architetti Antonio e Gennaro France. Gli articoli dei cronisti definirono il Teatro Sannazaro un jolie bouquet, tutto decorato in bianco e oro, con affreschi del Palliotti sul soffitto, e altre decorazioni “di un bello artistico semplice ed elegante in modo che l’occhio si riposa con compiacenza sopra un tutto armonico”. Di forma più circolare che ellittica, dicono le cronache del giornale Roma “è quasi grande quanto il Fiorentini: ha quattro ordini di palchi, oltre otto bégnoires, a livello della platea; la prima fila è in parte formata da un grande loggione con cinquantacinque poltrone; le altre file, oltre i due del proscenio, hanno quindici palchi comodi e belli…, uno dei più belli e graziosi teatri che conoscessimo”.

Attori come Eleonora Duse, Sarah Bernhardt, Virginia Marini, Adelaide Negri-Falconi, Ernesto Rossi, Ermete Novelli, Ermete Zacconi, Tina De Lorenzo, commediografi come Achille Torelli, Roberto Bracco, Eduardo Scarpetta, furono abituali presenze sul suo palcoscenico, in una città che poteva vantare una offerta teatrale d’eccezione.

Al Sannazaro andarono in scena commedie di successo di Eduardo Scarpetta, divenute immediatamente celebri come Li nepute d”o sinnaco o Santarella, che, nel 1889, restò in scena con più di cento repliche così che rapidamente si affermò la convinzione che quel palcoscenico “portava bene”. Con Eduardo Scarpetta, suo figlio Vincenzino Scarpetta, Nicola Maldacea, Ruggero Ruggeri, Gennaro Pantalena, Adelina Magnetti, Agostino Salvietti, Ermete Novelli, Mariella Gioia, furono applauditi protagonisti di drammi e commedie scritti da Gabriele D’Annunzio, Roberto Bracco, Ferdinando Russo, Ernesto Murolo e Libero Bovio.

Nella storica sala napoletana fu di moda il “cinema-varietà”, vi trionfarono Maldacea, Gabré, Lia Flirt. E nel 1932 vi furono ospitati gli allora quasi sconosciuti “Fratelli De Filippo” con la loro “Compagnia Teatro Umoristico I De Filippo” che, per la stagione 1932/1933, presentarono ben quindici “novità”. Eduardo, con lo pseudonimo Molise, presentò infatti al Teatro Sannazaro Ditegli sempre di sìUomo e galantuomo e Chi è cchiù felice ‘e me?, Peppino, firmandosi Bertucci, diede alle scene Amori e balestreA Coperchia è caduta una stellaQuaranta ma non li dimostra, scritta quattro mani con la sorella Titina. Di Maria Scarpetta, che si firmava Mascaria, la Compagnia Umoristica I De Filippo presentò in quella stagione al Sannazaro Arte antica e moderna, e, in collaborazione con Eduardo, Parlate al portiere e Cuoco della mala cucina; in collaborazione con Peppino Mascaria firmava invece la deliziosa La lettera di mammà. Furono inoltre presentati a pubblico Baffi di ferro‘O padrone songh’io e Scorzetta di limone  di Gino Rocca, Sarà stato  Giovannino  di Paola Riccora e Signorine di Ernesto Murolo. E, per rispondere adeguatamente alle richieste del pubblico che pretendeva sempre nuove divertenti serate, furono ripresi altri già collaudati atti unici come il Natale in Casa CupielloSik Sik l’artefice magicoFarmacia notturnaQuei figuri di tanti anni faTutti  uniti canteremoAria PaesanaCaccia GrossaCupido scherza e spazzaUna persona fidatissimaMiseria bellaNoi siamo naviagatori.

E proprio al Sannazaro avvenne un incontro storico, quello tra Eduardo De Filippo e Luigi Pirandello. La “vocazione” del Teatro Sannazaro era insomma da sempre tracciata!

Dopo un periodo di “crisi” dovuto ai conflitti bellici ed al dopoguerra il Teatro Sannazaro, ridotto a cinema mal frequentato e degradato come era avvenuto per molte delle storiche sale napoletane, impoverì la sua programmazione, fino a quando, alla seconda metà del 1960, fu rilevato da Nino Veglia e da Luisa Conte, “coppia” del teatro napoletano che ha lasciato segni profondi nel pubblico e nonni dell’attuale direttrice artistica e capocomica Lara Sansone.

Il teatro Sannazaro fu riaperto il 12 novembre del 1971 con la “prima” di Annella di Portacapuana di Gennaro D’Avino nella riduzione di Michele Prisco, in scena la Compagnia Stabile Napoletana con Luisa Conte, Ugo D’Alessio, Pietro De Vico e tanti giovani attori napoletani tra cui Nicola Di Pinto e Tommaso Bianco.

Nelle intenzioni di Nino Veglia e Luisa Conte e della loro figlia Brigida Veglia, il Sannazaro doveva essere un teatro per la città, dallo schietto carattere popolare, attento al teatro di tradizione da recuperare cercando di legarlo alla scrittura di giovani autori. Fu un successo senza precedenti. All’Annella  seguirono Perché papà è mio figlio di Giovanni Rescigno, Ho sposato la più grande  di Vittorio Paliotti, Montevergine  di  Domenico Romano, ‘O figlio d’a nutriccia di Rescigno, La fortuna ha messo gli occhiali  di Gaetano Di Maio, Pronto? … 6 e 22  di Paola Riccora, Mpriestame a mugliereta  che Gaetano Di Maio e Nino Masiello trassero da un canovaccio di Carlo Guarini. Il Sannazaro è stato “teatro dei record”, nel 1976 Il morto sta bene in salute fu lo spettacolo più visto in Italia e con Don Pascà fa acqua a pippa  fu ricordato Antonio Petito a cento anni dalla morte. A Luisa Conte, grande, popolarissima attrice si affinarono attori come Giuseppe Anatrelli, Gennarino Palumbo, Bob Vinci, Pietro De Vico, Gianni Crosio, ed il leggendario Nino Taranto che fu protagonista di importanti messe in scena del teatro di Raffaele Viviani come Morte di CarnevaleLo sposalizioLa festa di Montevergine.

Alla morte di Luisa Conte la nipote, Lara Sansone, ha preso le redini della direzione artistica del Sannazaro, creando una Compagnia capace di reinventare i grandi classici del teatro napoletano e mettendo in scena, negli ultimi anni, alcuni importanti allestimenti di commedie di Raffaele Viviani come Festa di Montevergine Festa di Piedigrotta, ed ospitando gli spettacoli di attori “di tradizione” come Benedetto Casillo, ha dato al suo teatro un impronta di riferimento per quanto concerne il grande patrimonio del teatro popolare di tradizione napoletana, dedicando inoltre attenzione ed energie produttive alle nuove voci del teatro napoletano che della tradizione di fanno portavoce reinventandola e portandola a nuovi successi. In un percorso parallelo di attenzione promozione e produzione Lara Sansone, con Salvatore Vanorio hanno fatto del Sannazaro un vero, grande “teatro di tradizione” centro di un sistema di rappresentazione che mette insieme, in armoniosa programmazione e produzione, prosa, musica, danza, varietà, canzone, appartenenti all’universo poetico napoletano. A loro va il merito di avere riscoperto e portato avanti un genere, il Cafè Chantant,  che, dal 1996, riscuote grande successo di pubblico e critica, tanto da replicare anno dopo anno con edizioni sempre diverse. In tale percorso si incrociano inoltre momenti di riflessione e di approfondimento della storia del Teatro napoletano, vedi le mostre dedicate a Luisa Conte, a Nino Taranto, alla tradizione della Piedigrotta, la lettura e la presentazione di libri che autori napoletani hanno dedicato ad argomenti legati alla tradizione dello spettacolo a Napoli, facendone non soltanto un importante richiamo spettacolare, ma anche un eccellente ed eccezionale richiamo turistico inserito a pieno titolo tra le eccellenze dei percorsi di “turismo culturale” .

Nella prossima stagione, continuando il lavoro già iniziato e ben consolidato, iI Sannazaro che quest’anno è stato riconosciuto Centro di Produzione Teatrale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha ampliato la sua offerta culturale, aprendosi a progetti di collaborazione ed ospitalità nazionali ed internazionali.

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