Un classico collocato in termini di linguaggio dialettale popolare in una dimensione onirica e la scelta dell’allestimento scenografico ne rivela la giusta dimensione.
Ad Antonio Petito sono da attribuire la rivoluzione del dialetto in funzione di una drammaturgia indirizzata verso un realismo pregno di contenuti contemporanei, sviluppato nel genere della “parodia”, non solo di opere melodrammatiche o liriche, ma anche di mode e costumi dell’epoca, di storie tratte dall’attualità, di caratteri e atteggiamenti, come si evince dal titolo della commedia. Si pone in conflitto con gli statuti letterari e con la norma dei generi contaminandoli, frantumandoli, capovolgendoli, snaturandoli.
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